Ontologia, fenomenologia e nuovo umanesimo. Rosmini ri-generativo, a cura di FERNANDO BELLELLI – EMANUELE PILI
Roma, Città Nuova, 2016, 288, € 18,00.
Il volume mette a disposizione degli studiosi gli atti del Convegno di Modena del 13-14 novembre 2014 sul pensiero di Antonio Rosmini Serbati, organizzato in preparazione al più ampio Convegno ecclesiale di Firenze, svoltosi dal 9 al 13 novembre 2015. Per la pubblicazione gli 11 contributi del Simposio – per lo più di docenti universitari e di ricercatori in materie filosofiche e teologiche – sono stati integrati da un’ampia presentazione, da saggi introduttivi a ognuna delle tre sessioni e da un’articolata e complessa conclusione.
Con tale operazione editoriale e culturale sono stati esplicitati i fondamenti ultimi di una nuova antropologia cristiana, che si può radicare nell’ontologia rosminiana delle tre forme dell’essere e nel rispecchiamento analogico della Trinità: «È su questo tipo di ontologia che Rosmini fonda la sua antropologia, per la quale l’uomo è, nell’essere creato, l’immagine più propria della Trinità» (p. 28).
Un’intera sessione del volume è dedicata all’approfondimento dell’ontologia trinitaria e alla metafisica della relazione, viste nella fondazione, ma anche nell’applicazione esistenziale in cui scienza e santità si uniscono e generano uno stile di vita cristiano.
Oltre che per i contenuti, che arricchiscono i fondamenti della riflessione ecclesiale contemporanea, il volume si segnala per il metodo di studio seguito, sia nel progetto generale sia nei singoli saggi.
Ultimamente la critica filosofica ha distinto quattro «fasi» storiche nell’interpretazione del pensiero rosminiano, indicando la prima nelle controversie seguite alla pubblicazione del Nuovo saggio; la seconda nella condanna e nell’emarginazione culturale di Rosmini; la terza nell’analisi dettagliata dei suoi scritti nel corso del Novecento; la quarta – seguita alla riabilitazione del 2001 e alla beatificazione del 2007 – costituita dall’interpretazione del pensiero in dialogo con le correnti filosofiche contemporanee. Il volume si inserisce all’interno di questa quarta fase di studio e rappresenta un contributo certamente innovativo nel contesto italiano degli studi rosminiani.
Tra i diversi saggi del volume, quello di Piero Coda interpreta il pensiero di Rosmini, in particolare la teosofia, alla luce della questione epistemologica del rapporto tra rivelazione e ontologia e della rinnovata ontologia della relazione. Samuele Francesco Tadini rilegge il pensiero rosminiano con la filosofia analitica del linguaggio, facendo notare che «Rosmini riteneva fondamentale che in filosofia si utilizzassero termini chiari ed esplicitamente chiariti quanto all’uso e al significato» (p. 62). Marco Salvioli studia la concezione della grazia presente nell’Antropologia soprannaturale in relazione alla proposta storiografica di John Milbank.
Angela Ales Bello mette a confronto il pensiero di Rosmini con la fenomenologia di Edmund Husserl e di Edith Stein, individuando nel tema antropologico e nel sentimento fondamentale del rapporto tra anima e corpo alcuni punti di convergenza, ma con percorsi analitici diversi. Cristian Vecchiet interpreta l’ontologia trinitaria in base alla fenomenologia del dono di Jean-Luc Marion, mostrando come l’essere ideale si doni all’intuizione del soggetto e lo costituisca: «L’essere si manifesta e nel suo manifestarsi apre a se stessa la soggettività dell’essere intelligente» (p. 138).
Fulvio De Giorgi rilegge il pensiero rosminiano alla luce del magistero post-conciliare e trova nelle Cinque piaghe delle istanze di rigenerazione spirituale che giungono oggi a compimento. Infine, Alessandro Andreini rileva in Rosmini l’esigenza di salvare tutto l’uomo, con la sua natura sociale, anche attraverso la liturgia, la quale «produce la felicità in coloro che la vivono» (p. 225).
Il volume presenta un ulteriore elemento di novità per l’orientamento assunto nella ricerca. Non è stato seguìto il percorso tradizionale, che iniziava dall’ideologia, proseguiva con la psicologia e la morale e confluiva nell’ontologia, nella teodicea e nella pedagogia: un ordine che Rosmini ha ammesso di aver sviluppato iniziando dalla meditazione sull’uomo. Si è preferito invece seguire una via più conforme alla mentalità contemporanea, e quindi partire dall’ontologia, continuare con la fenomenologia e giungere all’antropologia, all’estetica e alla pedagogia.
Lorenzo Gilardi, “La Civiltà Cattolica”, 2 agosto 2018