L’offerta della vedova al tempio
Avete fatto le proporzioni in matematica? “Ma come è domenica mattina già la Messa poi cominciamo con la matematica? No Eh! Anche durante la Messa?” Quando studiamo la matematica ci sono le proporzioni. Il Vangelo ci dice che questa vedova, Gesù lo sa perchè è capace di leggere nel cuore, ha dato tutto quello che aveva per vivere. Forse però qualcuno avrà messo nel tesoro del tempio mille euro. Questa vedova avrà messo per fare un soldo, facciamo la proporzione del cambio di valuta tra l’euro e la moneta al tempo di Gesù, due monetine da cinquanta centesimi che fanno un euro. E Gesù dice che lei ha fatto un’offerta più grande di quelli che hanno dato molto di più. O Gesù non sa bene la matematica, oppure ci deve essere la soluzione del problema. Che non è così poi tanto difficile per Gesù dobbiamo dire che non è impossibile, perché nulla è impossibile a Dio. È vero?
L’offerta della vedova di Zarepta
La prima lettura ci presenta un’altra vedova che ha un figlio: quindi il figlio della vedova è un orfano di padre, ossia gli manca il papà purtroppo. Questa vedova che cosa fa? Dice una frase un po’ triste perché afferma (facciamo questa immagine trasportando il menù all’emiliana): “Mangiamo due tigelle e l’ultimo borlengo e poi dopo moriremo di fame perché non c’è più nulla da mangiare per noi.” Non è molto incoraggiante no? È un po’ triste. Noi siamo così fortunati che non sappiamo neanche che cosa voglia dire non avere da mangiare. Se abbiamo un buchetto nello stomaco subito facciamo la merenda e dopo si riempie il buchetto. Ma queste persone, la vedova e suo figlio, dicono: “Qua non riusciremo più ad avere qualcosa da mangiare”. E questa vedova avrebbe potuto dire ad Elia che va da lei: “Ascolta bene: non ce ne ho per me figurati se do qualcosa a te!” Noi invece quando abbiamo tutte le caramelle, un sacchettino pieno di caramelle – non so se vi piace di più con la frutta oppure con il cioccolato o con le altre cose – e qualcuno ci viene a chiedere: “Me ne dai una?”, non possiamo nemmeno dire che gliela possiamo prestare, in quanto se gliela diamo non possiamo più averla indietro. E noi diciamo: “Eh no! Sono mie!” Noi così abbiamo il pancino pieno, che alle volte dovremmo fare anche un po’ di dieta. E questa vedova che cosa fa? Dice: “Io condivido con te. Io non ne ho per me ma condivido con te”. E fa al profeta Elia l’offerta del poco cibo che ha.
Riconoscere con verità i nostri limiti
Sapete cos’è l’amore: è dare ciò che non si ha. Perché l’amore vero noi non siamo capaci di averlo da noi stessi. È il Signore che ci dona il suo amore e noi possiamo dare quello che non abbiamo se sappiamo riconoscere con verità i nostri limiti. Il nostro limite è quello di non sapere quello che sarà il nostro futuro. Tutti noi, da grandi, vorremmo fare questa o quest’altra cosa, vorremmo fare un mestiere o un altro, riuscire nella vita, avere successo, fare questo o fare quest’altro. Poi però ci viene anche la paura che ci fa dire: “Ci riuscirò? Sarà poi quello che piace alla mamma e al papà? Sarà quello che piace a me? Ci sarà la possibilità di trovare l’accordo tra quello che piace al papà e alla mamma e quello che piace a me?” E poi, dato che non per caso e non per finta, crediamo in Dio ci chiediamo: “Sarà anche quello che vuole il Signore?” Ecco nel cuore dell’uomo c’è una fame che neanche la torta più buona della nonna è in grado di sfamare. C’è una fame nel nostro cuore che non può essere sfamata né dalle persone umane né dalle cose, quindi neanche dal denaro e nemmeno da quello che si può comperare con il denaro.
Perché era povera quella vedova?
La vedova del Vangelo, torniamo al Vangelo, questa cosa l’ha capita. E qualcuno potrebbe anche pensare in un altro modo e dire: “Te lo dico che quella vedova è povera! Guarda come butta via i suoi soldi! Se butta via due centesimi non è capace di risparmiare e quindi le banche non le faranno neanche credito. Poi anche lo spread è salito adesso!” Qualcuno potrebbe dire così: “Ah ma quella persona lì è povera perché non sa mica amministrare i suoi soldi”.
Le vedove ai tempi di Gesù
E invece no. Non è così. Cerchiamo di contestualizzare la povertà di questa vedova. Oggi noi veniamo da tutte quelle che sono le vicende per la parità della dignità, non solo teorica ma anche pratica, tra l’uomo e la donna che non è una cosa sbagliata. Penso che su questo siamo tutti d’accordo. La vedova, ai tempi di Gesù, viveva in una condizione sociale dove non c’era il lavoro stipendiato per le mamme, per le donne ecc… e la vedova in tutto dipendeva da quello che era il denaro che portava a casa il marito. E quindi quando una persona di sesso femminile, una donna, rimaneva senza marito, ai tempi di Gesù, non aveva più nulla da mangiare perché lei cucinava però la farina, l’olio e tutto quanto lo portava a casa il marito. E quindi non possiamo dire che questa donna era una sperperatrice di denaro, che le piaceva andare a giocare alle slot-machine, che aveva sprecato tutti i suoi soldi….
Dare a Dio il superfluo è prenderlo in giro
Vuol dire che questa vedova ci ricorda, ci dice che – io sono biricchino – che quegli altri che hanno dato il loro superfluo, che è anche tanto, hanno voluto prendere in giro Gesù. perché sono andati da Gesù, da Dio, e hanno detto: “Caro Dio, guarda qui che bel malloppone che ti do io!” Però Gesù cosa dice? Che loro hanno dato del loro superfluo. Cos’è il superfluo? È una nuova marca di carburanti per andare più veloci? Adesso che allo Zecchino d’Oro c’è anche quella canzone che si chiama “Daria”, la macchina che va ad aria? Il superfluo che cos’è? È quando io ho cinquanta caramelle, ne ho mangiate quarantanove, me ne resta una e quella proprio non riesco a mandarla giù. E allora la darò a Gesù, la darò al mio amichetto. Hanno dato il loro superfluo. Quindi Gesù dice: “Guardate che voi avete preso in giro Dio”.
Dalla vedova al buon samaritano
Vi ricordate che cosa diceva il Vangelo di domenica scorsa? Che bisogna amare Dio con che cosa? Con tutto il cuore, la mente, le forze, l’intelletto e la volontà. Allora ci mettiamo dalla parte di coloro che sono andati a fare l’offerta nel tesoro e dicono: “Ma non c’è mica scritto che bisogna amare Dio con tutto il portafoglio! E quindi il Vangelo poi dev’essere un po’ più preciso perché qua ci sono dei punti nei quali non c’è molta chiarezza”. Non si può prendere in giro il Signore, nel senso che vogliamo collegare questa pagina di Vangelo con un’altra pagina del Vangelo (si potrebbe fare con tantissime altre pagine questa operazione): il buon samaritano.
Divorano le case delle vedove
Ve la ricordate la parabola del Buon samaritano? Che cosa succede? Nella parabola del buon samaritano c’è un uomo che è incappato (non che si è messo la cappa, non la cappa da cucina) nei briganti. Cosa dice Gesù nel Vangelo nella Parabola del Buon Samaritano. Che c’è un fariseo che arriva e dice: “Quello lì? Lascialo pur lì che io devo andare a fare cose più importanti!” Passa il levita, cioè il sommo sacerdote, e tira dritto. Ma nel Vangelo di questa domenica che cosa dice Gesù a proposito degli scribi? Ci sono tre categorie nel Vangelo che Gesù ogni tanto porta a far la pettinatura dal parrucchiere, li pettina bene a modo: scribi, farisei e sommi sacerdoti. Cosa fanno gli scribi, che cercano i primi posti nei banchetti, pregano per farsi vedere. C’è scritto anche un’altra cosettina ragazzi! È la chiave del Vangelo di questa domenica: divorano le case delle vedove. È un nuovo menù dello chef pentastellato: “divorare le case”? È una casa di marzapane? Cosa vuol dire “divorano le case delle vedove?” Gesù vuol dire che questi che hanno messo del loro superfluo senza la banca rotta fraudolenta dei vari istituti di credito, questi divorano le case delle vedove nel senso che gliele sequestrano, forse qualcheduno di quelli che andavano a mettere l’offerta nel tempio era andato dalla vedova e gli aveva detto: “La tua casa vale centomila euro, non te la compra nessuno. Tu hai bisogno di mangiare. Io te la compro a venticinque mila euro. Ti va bene?” Secondo voi la vedova cosa fa se deve dare da mangiare a suo figlio? Dice: “No, no. Perché tanto io ho da mangiare anche domani.”
Non prendiamo in giro Dio
Vedete che cosa vuol dire Gesù. Che quando tu prendi in giro Dio e non gli dai tutto te stesso, finirai per prendere in giro anche il tuo prossimo. Ma dico “prendere in giro” perché sono birichino, e quindi vuol dire in realtà trattare male, cercare di ingannare, cercare di frodare.
Gli scartati oggi: gli anziani
Dunque voi direte: “Va beh. Eravamo partiti con le proporzioni e siamo finiti sul documento dell’economia della finanza. Ma noi siamo dei ragazzi, delle ragazze, dei giovani che non abbiamo forse nemmeno il conto in banca, che cosa mi viene a dire? Che cosa mi serve?” Ci serve per dire proprio questo: che davanti a Dio, oggi come oggi, ci sono due categorie di scartati. Lo ha detto il Papa (tutta la Chiesa con lui) quando ha fatto il sinodo dei giovani: oggi nella Chiesa e nel mondo ci sono due categorie di scartati fondamentalmente: gli scartati categoria numero uno che fanno la massima serie nel campionato di alta divisione, sono gli anziani, perché sono vedovi, sono soli, eccetera, sono scartati.
La seconda categoria di scartati: i giovani
La seconda categoria degli scartati sono i giovani perché ai giovani viene negata la possibilità di costruirsi un futuro. Ogni tanto lo diciamo: le previsioni sono che voi che oggi avete dagli undici ai quindici anni, se andate a chiedere al papà e la mamma: “Ma le previsioni di sviluppo e di benessere socio economico di quando io avrò la vostra età, sono migliorative rispetto a come siete voi adesso (perché ci siete arrivati quando da giovani avete scelto la vostra vocazione) oppure sono peggiori?” Sapete cosa vi risponderanno? Ve lo dico io. Sono peggiori. Potremmo fare anche una lettura spirituale di questa situazione. Sono peggiori e noi, voi scusate, giovani d’oggi siete nella condizione della vedova perché voi dite: “Ma io che cos’ho per farmi un futuro? Due spiccioli.”
L’offerta di noi stessi
Io vi auguro di averne molti di più ma sappiamo bene che Gesù quando parla dell’offerta del tempio dice non soltanto i soldini, ma soprattutto i valori, soprattutto le certezze morali, dice soprattutto la forza della fede. Questo per noi diventa il modo di avere la forza e la sicurezza che quello che è successo alla vedova e a suo figlio nella prima lettura può succedere oggi. Il Signore non ci fa mancare la capacità di smentire tutte le previsioni. Voi dite: “Beh hanno previsto così. Ma noi possiamo cambiare il mondo”. Le previsioni si possono smentire e il mondo si può cambiare. Con l’aiuto di Gesù. E se siamo capaci di non prendere in giro Dio. Se siamo capaci di dare a Dio noi stessi. La fede si gioca propria su questo fatto. Noi a Messa stamattina faremo l’offertorio, con il tragitto dal tavolino all’altare. Ma da quel tragitto dal tavolino all’altare c’è l’offerta di tutti noi. Se noi stamattina diamo a Dio tutto noi stessi. Diciamo: “Anche se le previsioni hanno detto che va male, che le cose non possono cambiare se non in peggio eccetera eccetera, cioè non so se, come dice la vedova, abbiamo da mangiare per domani, con te, Gesù, se io ti do tutto, so che le cose miglioreranno”. È un se molto importante: noi dobbiamo dare tutto a Dio. Dobbiamo dare tutto il nostro cuore e pregare proprio perché nella Chiesa ci sia questa forza, questa determinazione, questa fede.